L'effetto alone.
Susan Boyle è una nota cantante scozzese, approdata al successo dopo la sua straordinaria esibizione al talent show Britain’s Got Talent.
Salendo sul palco con un certo modo impacciato di rispondere alle domande dei giurati e di muoversi, con un abbigliamento e una corporatura che ne accentuavano la goffaggine, ha immediatamente innescato il cosiddetto effetto alone. Tanto i giurati, quanto il pubblico, è ben visibile dal linguaggio paraverbale e corporeo tanto degli uni che dell’altro, sono rimasti abbagliati dalla prima impressione, tanto da immaginare fin dai primi momenti della sua comparsa sul palco, che la Boyle si sarebbe resa ridicola cantando. La goffaggine della figura aveva finito per creare un effetto alone che faceva attribuire quella stessa goffaggine al suo modo di cantare, sebbene la Boyle non avesse ancora emesso un suono.
La reazione degli astanti alla sua apparizione rappresenta bene un modo scorretto, automatico, di usare una delle risorse chiave di cui disponiamo per costruire le nostre convinzioni nell’arco della nostra vita. In molte situazioni non disponiamo di tutte le informazioni utili per leggere il contesto e le persone che incontriamo, ma, fortunatamente, la nostra mente è programmata per prendere decisioni e muovere all’azione anche a fronte di poche variabili. Questo è un meccanismo prezioso, quando riusciamo a non cadere nel tranello di considerare le poche informazioni che abbiamo come prove di una conclusione assoluta. Quando accade questo, invece, si dice che saltiamo alle conclusioni, un modo di agire che può pregiudicare la nostra possibilità di entrare in contatto con aspetti di situazioni e persone non riscontrabili a un primo impatto, compromettendo così la nostra capacità di ampliare lo sguardo oltre il pregiudizio.
Se l’esercizio del palombaro può rivelarsi utile per fronteggiare il rimuginio, altrettanto utile può essere adottarlo, o addirittura stare fermi ad aspettare a una certa profondità prima di scendere più in basso, per non cadere vittime delle nostre convinzioni.
Cristina Perillo
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