Estate da polpo.
É estate. Fa caldo. Ci scopriamo e viviamo di più allo scoperto. Ho guardato al polpo, dal corpo morbido e vulnerabile si, ma intelligentissimo (si, il corpo) come ispirazione per l’estate 2022.
Il mio amico in fondo al mare documenta la relazione che, nel corso di un anno, il filmmaker Craig Foster costruisce con un polpo comune selvatico. Mentre il titolo italiano dà risalto alla relazione, l’originale, My Octopus teacher, suggerisce che c'è molto da imparare dalla vita di un polpo.
Il polpo è un animale intelligentissimo: cambia strategie di fronte a prede e predatori astuti. La sua intelligenza si è evoluta grazie all’alto numero di prede che deve cacciare, tutte diverse tra loro, e sulla base dell’alto numero di predatori da cui deve difendersi, più grossi e forti di lui. É maestro del camuffamento, risolve compiti complessi, mostra curiosità e apprende velocemente. Vuole esplorare, ma deve fare i conti con la sua conformazione: è completamente morbido. Non ha protezione fisica. Ma la sua intelligenza, pur essendosi evoluta in risposta alle necessità di adattarsi all'ambiente, viene impiegata creativamente anche per questioni che non sono conservative: il polpo, ad esempio, può spruzzare acqua su una lampadina fastidiosamente luminosa, fino a quando questa non va in cortocircuito.
L’intelligenza del polpo comune risiede per due terzi nei suoi tentacoli. E’ da qui che sente, pensa, esplora. Letteralmente la sua mente si diffonde in tutto il corpo. I tentacoli sono pieni di neuroni che conferiscono a ciascuno un senso del tatto iper consapevole, la capacità di annusare e gustare. Ogni polpo è un pensatore tattile e manipola costantemente ciò che lo circonda.
I polpi hanno molto poco in comune con gli umani, dal punto di vista evolutivo. Hanno sviluppato occhi, arti e cervello attraverso un percorso completamente separato, con antenati molto diversi dagli umani. Ciononostante, hanno molto da insegnarci. Una cosa per tutte: nel nostro corpo risiedono capacità e risorse per adattarci creativamente all’ambiente. Un corpo, quello dell’essere umano civilizzato, troppo spesso trascurato, tralasciato, quasi dimenticato come risorsa integrata alla testa, la nostra dimensione cognitiva, e al cuore, la nostra dimensione emotiva.
Il polpo ci invita a mettere in campo la nostra intelligenza corporea, portando all’attenzione come conoscere e padroneggiare sia il corpo, sia i modi in cui esso opera implica la capacità di comprendere il mondo e di rispondergli, nonché di comunicare esprimendo idee e sentimenti attraverso il corpo stesso. Non meno di quanto e come lo facciamo con l’uso dell’intelligenza linguistica.
Cosa fare allora di questa estate particolarmente calda che induce a scoprirci e a vivere allo scoperto? Ci rende più vulnerabili ma anche più ricettivi, proprio come il polpo. Ed è forse il momento dell’anno migliore, quindi, per riattivare la nostra intelligenza corporea, dando anche un po’ di respiro alla nostra testa, usata e abusata oltre misura.
Buona calda estate, dunque, e a rileggerci a settembre.
Cristina Perillo
(per rispondere e per commentare basta scrivermi)