Al lupo al lupo!... che stress
In un villaggio viveva un pastorello che di notte doveva fare la guardia alle pecore di suo padre. Si annoiava e quindi decise di fare uno scherzo: mentre le altre persone erano a dormire egli cominciò a gridare: "Al lupo, al lupo!", così tutti si svegliarono e accorsero per aiutarlo. Ma il pastore burlone rivelò loro che era uno scherzo. Questo scherzo continuò per parecchi giorni, fino ad una notte in cui un lupo venne veramente. Il pastore cominciò a gridare: "Al lupo, al lupo!", ma nessuno venne ad aiutarlo perché tutti pensarono che fosse il solito scherzo. Così il lupo divorò tutte le pecore.
La favola è quella famosissima di Esopo e la morale la conosciamo tutti: se mentiamo troppo, finiamo per non essere creduti, anche quando diciamo la verità. E la morale mette l’accento sul pastorello burlone e sul suo comportamento.
Ma cosa possiamo dire di tutti gli altri? Di tutti quelli che “si svegliarono e accorsero per aiutarlo”, ma che a un certo punto smisero?
Intanto, sul fatto che tutti, ma proprio tutti, accorsero in suo soccorso, ho i miei dubbi: ci sarà pur stato qualcuno che non fosse proprio un cuor di leone nel paesello e che sarà rimasto bloccato dalla paura. Detto questo, cosa è successo comunque a tutti quelli che si svegliarono di soprassalto alla richiesta di aiuto? In loro è scattata la cosiddetta reazione di attacco o fuga (detta anche reazione acuta da stress), una reazione neuronale fisiologica che si manifesta in risposta a un evento percepito come pericoloso per l’incolumità propria, o dei propri cari. Gli animali (uomini compresi) reagiscono alle minacce con una scarica generale del sistema nervoso simpatico che li prepara a combattere o a fuggire. Questa reazione è riconosciuta come il primo stadio per regolare le reazioni allo stress.
E cosa ci succede quando il nostro cervello attiva il sistema di attacco o fuga? Il rilascio di alcuni agenti chimici e la produzione di specifici ormoni facilitano le reazioni fisiche immediate, un'azione muscolare violenta che dà al corpo maggior vigore e velocità, anticipando la necessità di combattere o di correre. Facciamo solo alcuni esempi di quanto succede al nostro corpo: si accelera l’azione di cuore e polmoni; viene inibita l’azione dello stomaco e intestino tenue, al punto da rallentare o cessare il processo di digestione (a digerire penseremo una volta che l’avremo scampata); i vasi sanguigni si costringono in molte aree del corpo per facilitare la dilatazione di quelli utili ai muscoli; si dilata la pupilla, affinché il nostro occhio assorba più luce possibile per avere maggiori informazioni spaziali sul nemico; il cervello è iperattivo, poiché ogni istante può significare vita o morte.
Se pensiamo di subire tutto questo, notte dopo notte, forse possiamo immaginare che non sia solo la menzogna ripetuta del pastorello a farci demordere. Forse, dopo qualche tempo, il nostro stato psico-fisico risentirebbe di un tale stress al punto da crollare.
A questo punto, come prendereste la notizia che il nostro sistema mente-corpo non fa alcuna differenza tra un lupo, un ricordo che ci disturba, o un pensiero che ci provoca preoccupazione per il futuro? In tutti questi casi indistintamente, infatti, scatta in noi una sorta di sistema di allarme, quel sistema di attacco e fuga, che genera un carico di stress difficile da sostenere. Lo stress, infatti, non è altro che la risposta non specifica dell’organismo, cioè del sistema mente-corpo, a qualsiasi pressione: dal lupo, al ricordo e fino a una preoccupazione per qualcosa che in futuro forse accadrà, o che potrebbe anche non accadere mai. Ecco cosa ci succede quando siamo stressati. Sicuri di volere continuare a non occuparci delle nostre fonti di stress?
Cristina Perillo
(per rispondere e per commentare basta scrivermi)
PS: Nella nostra vita incontriamo una serie di stressori interni ed esterni, quali preoccupazioni economiche, frustrazioni lavorative, problemi di salute, traffico… insomma, tutti quei piccoli e grandi problemi quotidiani che possono arrivare a compromettere il nostro equilibrio interiore, con conseguenze anche gravi, come stati d’ansia generalizzata.
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